di Daniela Corrado
Stamattina, dopo un buon caffè e una passeggiatina con il mio cane, decido di accendere il pc. Mi connetto ad internet e, dopo alcuni secondi, giusto il tempo di caricare la pagina web, scopro da Google che oggi cade l’88° anniversario della nascita di Italo Calvino. I ricordi vanno indietro, agli anni dell’università, in particolar modo a una giovane professoressa francese che tentava di insegnarci “la traduzione”. Le prime parole che ho tradotto dal francese all’italiano (fatta eccezione per le frasette di grammatica ovviamente) sono state di Camus, da “L’Etranger”; un libro complesso e ben poco allegro. Ma durante quei seminari di traduzione, oltre a doverci confrontare con la trasposizione dal francese, era previsto un esercizio, se vogliamo, un po’ masochista: la traduzione dall’italiano al francese di estratti di opere già tradotte con relativa comparazione tra la traduzione effettuata da noi e quella pubblicata dal traduttore ufficiale. Immaginate il disastro totale e la tristezza che ne seguiva. Imparare il francese al livello della “decenza” mi sembrava pressoché improbabile. Eppure, nonostante questo esercizio fosse odiato da tutti; io, invece, lo adoravo. Mi piaceva capire dove sbagliavo. Mi interessava vedere, nero su bianco, come io avevo espresso il concetto e come, invece, l’aveva fatto il traduttore. Dopo un po’ i risultati, anche se mediocri, arrivarono. La mia prima grande gioia fu proprio con Calvino: “Si par une nuit d’hiver un voyageur”. Ho messo a soqquadro tutta la casa stamani per trovare quella traduzione… Niente. Inevitabilmente persa. Eppure, dato che sono in vena proustiana, ringrazio per questo ricordo. Ringrazio quella professoressa di francese per gli utili insegnamenti che mi ha dato. E, soprattutto, ringrazio Danièle Sallenave e François Wahl per la versione francese di “Se una notte d’inverno un viaggiatore” di Italo Calvino. Ne allego un estratto:
« Tu vas commencer le nouveau roman d’Italo Calvino, Si par une nuit d’hiver un voyageur. Détends-toi. Concentre-toi. Ecarte de toi toute autre pensée. Laisse le monde qui t’entoure s’estomper dans le vague. La porte, il vaut mieux la fermer ; de l’autre côté, la télévision est toujours allumée. Dis-le tout de suite aux autres : « Non, je ne veux pas regarder la télévision ! » Parle plus fort s’ils ne t’entendent pas : « Je lis ! Je ne veux pas être dérangé. » Avec tout ce chahut, ils ne t’ont peut-être pas entendu : dis-le plus fort, crie : « Je commence le nouveau roman d’Italo Calvino ! » Ou, si tu préfères, ne dis rien ; espérons qu’ils te laisseront en paix. »
mi fa sorridere questo tuo post perchè alla triennale ho fatto la stessa cosa. sempre Calvino, sempre Una notte d’inverno, però il mio era in spagnolo…. ed era anche la mia lezione preferita, e ne uscivo sempre soddisfatta ed entusiasta!
un saluto =)
Anny
Ciao Anny!
Che bello! Allora condividiamo uno splendido ricordo 😉
Mi faccio un po’ gli affari tuoi -giusto per fare un po’ di gossip- ma mi dici dove hai fatto l’università? Io a Pisa 😛
A presto,
Daniela